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Cinquecento nacque dal progetto 170 con il quale la Fiat definì l'erede della Fiat 126, destinandola a proseguire la grande tradizione delle piccole utilitarie della Casa. Sulla linea della carrozzeria lavorarono la Ital Design di Giorgietto Giugiaro in collaborazione
con il Centro Stile Fiat e in accordo con gli ingegneri polacchi della Fabryka Samochodov Malovytrazowych (Fsm) che avrebbero costruito la vettura nel complesso industriale di Bielsko Biala a una settantina di chilometri da Cracovia.

Il debutto statico della Cinquecento avvenne nell'Ottobre 1991. Il 15 Dicembre partì la commercializzazione in Polonia mentre il nuovo modello arrivo in Italia nel Marzo 1992. Nel nome la nuova utilitaria ricordò il mito 500 degl'anni Sessanta, ma la scritta in lettere indicò un indirizzo tecnico completamente diverso, teso a creare un abitacolo ampio e confortevole per cinque persone, con dimensioni esterne molto contenute. Con questi presupposti la scelta della trazione anteriore era divenuta quasi scontata. Abbastanza scontata per un'utilitaria Fiat, specialmente se prodotta nei paesi dell'Est, era stata la scelta dei motori, tutti a benzina: il bicilindrico di 700cc da 31 cv raffreddato ad acqua derivato da quello "a sogliola" della Fiat 126 Bis e l'ultima evoluzione del classico 4 cilindri di 903cc da 41 cv, che era nato per la 127, era stato montato su molte altre auto del gruppo Fiat e infine aggiornato con l'iniezione elettronica e le punterie idrauliche per abbattere le emissioni nocive e quindi presentarsi sul mercato con le carte in regola per le nuove normative europee sul rispetto ambientale.

Per dare più forza all'idea del rispetto ambientale, la Fiat completò l'offerta della Cinquecento con un interessante versione elettrica, ma la risposta della clientela fu molto fredda, forse perchè il notevole ingombro delle batterie ridusse l'abitabilità a due posti o molto più probabilmente perchè il prezzo di listino della Cinquecento Elettra era esattamente il triplo di quella a benzina. Il motore da 9,2 Kw erogava 13 cv. L'intera produzione della delle Fiat Cinquecento avvenne nello stabilimento Fsm di Bielsko Biala, che produceva anche i motori a due cilindri di 700cc e i cambi. Le carrozzerie provenivano invece dallo stabilimento di Tycky, anche esso in Polonia, mentre il motore a 4 cilindri era prodotto in Iugoslavia dalla Zastava, un'altra licenziataria Fiat dell'Est europeo, che già lo montava sulla Yugo Koral. Le caratteristiche tecniche della nuova city car italo-polacca, oltre alla trazione anteriore, erano l'accensione elettronica, l'alimentazione controllata elettronicamente (carburatore nella 700, iniezione single point nella 903), le sospensioni anteriori tipo McPherson, le sospensioni posteriori con bracci longitudinali, i freni a disco anteriori e il passo piuttosto lungo: 220 centimetri, vale a dire 20 in più della Panda. 

Fra gli elementi che denotavano la modernità del progetto c'erano le barre anti intrusione sulle porte, i pannelli della carrozzeria in lamiera galvanizzata e l'accurato studio aerodinamico che permise di ridurre il coefficiente di forma a livelli molto bassi (Cx = 0,33) e quindi di contenere i consumi. Dal punto di vista estetico la carrozzeria si caratterizzava per l'impostazione molto razionale e per le dimensioni esterne molto contenute in rapporto a quelle interne. Il muso era corto e spiovente, il parabrezza piuttosto inclinato per favorire una buona aerodinamica, la coda era definita dal taglio pressoché verticale del portellone, già felicemente collaudato sulla Autobianchi Y10 del 1985. Alla lunghezza decisamente contenuta faceva riscontro una larghezza piuttosto inusuale per una piccola utilitaria, fattore che consentì una buona abitabilità trasversale sul sedile posteriore e l'omologazione per il trasporto di cinque persone. All'inizio la Casa precide due sole versioni: la ED (Economy Drive) con il motore bicilindrico e la 903 con il motore a 4 cilindri. Durante i sette anni della produzione i ritocchi furono minimi. Nella meccanica un piccolo aggiustamento riguardò la cilindrata del motore a 4 cilndri che fu ridotta da 903cc a 899cc per rientrare in una fascia fiscale più vantaggiosa in alcuni Paesi. L'aggiornamento più importante nella carrozzeria riguardò il tappo del carburante, che nel 1993 adottò uno sportellino. Furono maggiormente differenziati i livelli di finitura con l'introduzione delle versioni S, SX e Suite, quest'ultima dotata di serie del condizionatore dell'aria.

Nel 1994 la gamma fu ampliata verso l'alto con l'introduzione del 4 cilindri Fire di 1108cc da 54 cv, che diede origine alla versione Sporting. Agile e scattante, la Sporting animò un trofeo monomarca già avviato nel 1993 con la versione 903cc Trofeo, che mise alla luce molti giovani piloti in ben nove stati europei: Italia, Germania, Francia, Spagna, Polonia, Olanda, Austria, Grecia e Danimarca. Per alcuni mercati la Cinquecento fu prodotta anche nella versione Van, con il vano posteriore configurato per il trasporto di merci. 

Fra le versioni speciali ricordiamo la Soleil dotata di tetto apribile elettrico in tela, la Young con finiture semplificate e la Abarth e Giannini, una fuoriserie ancora più sportiva della Sporting allestita non in fabbrica, ma con gli accessori disponibili a listino.